Premessa
“La mente cosciente ha la capacità di cambiare il mondo fisico? Negli ultimi decenni la nostra conoscenza della mente e del mondo subatomico si sono spinti sempre più avanti. Eppure, nei campi della fisica quantistica e delle scienze cognitive, misteri difficili e inquietanti permangono ancora e, occasionalmente, si intrecciano.”
Chi siamo?
Siamo un'“illusione”. Eppure, continuiamo a vivere come se tutto fosse solido, tangibile e stabile. È quasi ironico, no? Sebbene la fisica quantistica ci abbia rivelato che, in un certo senso, la materia si comporta come un’onda e sembra "esistere" in una posizione definita solo quando viene osservata, le nostre vite quotidiane restano ancorate a un senso comune molto più semplice. Tocchiamo oggetti, costruiamo case, amiamo persone, come se tutto fosse concreto e duraturo. È affascinante scoprire che il futuro lo decidiamo noi, istante dopo istante, e che non è il “fato” a stabilirlo.
È uno di quei paradossi che ci accompagna, un misto di meraviglia e mistero. In realtà, anche se siamo fatti di "onde" e particelle in perenne vibrazione, che diventano “materia” solo nel momento in cui le osserviamo, la nostra esperienza di stabilità è il prodotto di miliardi di interazioni quantistiche che avvengono in modo coerente e continuo, creando un’illusione di solidità. Ci sentiamo fatti di carne e ossa, e non di probabilità e vibrazioni, perché la fisica quantistica si manifesta su una scala microscopica, mentre noi viviamo su una scala in cui dominano leggi diverse.
Continuiamo a credere nella realtà tangibile anche perché è essenziale per la nostra sopravvivenza. Forse è proprio questo uno degli aspetti più affascinanti della natura umana: la capacità di sapere che, a un livello profondo, tutto ciò che ci circonda è un flusso di probabilità e onde… e, nonostante ciò, vivere la nostra quotidianità come se tutto fosse certo e solido.
Le nostre particelle subatomiche, osservate attraverso la lente della fisica quantistica, ci rivelano una realtà molto diversa da quella che percepiamo quotidianamente. A livello subatomico, le particelle come elettroni, protoni e neutroni non sono piccoli oggetti stabili e ben definiti, ma manifestano un comportamento che oscilla tra onda e particella, a seconda di come le osserviamo. Questo comportamento ci suggerisce alcune idee sorprendenti sulla natura della realtà:
1. La natura probabilistica della realtà
Le particelle subatomiche non si trovano in un punto fisso, ma piuttosto in una nuvola di probabilità. Ad esempio, un elettrone attorno al nucleo di un atomo non occupa una posizione specifica fino a quando non viene "osservato." Questo concetto, noto come "funzione d’onda," descrive tutte le possibili posizioni in cui l’elettrone potrebbe trovarsi. Solo al momento dell’osservazione (misura) la funzione d’onda collassa, e l’elettrone appare in una posizione precisa. Ciò ci dice che, a livello fondamentale, la realtà sembra essere probabilistica e non deterministica.
2. L’interconnessione e l’entanglement quantistico
Le particelle possono rimanere collegate tra loro attraverso il fenomeno dell’entanglement quantistico: quando due particelle vengono intrecciate, lo stato di una influisce istantaneamente sullo stato dell’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa. Questo suggerisce che, a livello subatomico, esiste un livello di interconnessione profonda che sfida le leggi della fisica classica. In senso filosofico, l’entanglement implica che separazione e indipendenza assoluta non esistano a livello quantistico, facendo intravedere una visione dell'universo come sistema integrato.
3. La dualità onda-particella e la natura della materia
Le particelle subatomiche si comportano sia come particelle (punti localizzati nello spazio) sia come onde (distribuite su una certa area), a seconda di come le osserviamo. Questa dualità onda-particella dimostra che la materia, in fondo, non è solo "solida" come appare, ma possiede anche proprietà che assoceremmo alle onde. Tutto ciò che vediamo e tocchiamo è, in fondo, fatto di onde di probabilità, che solo a determinate condizioni diventano "particelle."
4. L’osservatore e il ruolo della coscienza
Uno dei concetti più discussi in fisica quantistica è l’effetto dell’osservazione, secondo cui lo stato di una particella si definisce solo quando viene misurato. Alcuni filosofi e scienziati suggeriscono che la presenza di un osservatore possa essere necessaria per "collassare" la funzione d’onda, cioè per far sì che una particella occupi una posizione definita. Questo pone domande intriganti sul ruolo della coscienza e su quanto sia separata (o meno) dal mondo fisico.
5. L’imprevedibilità e il libero arbitrio
Il comportamento subatomico è intrinsecamente imprevedibile: se conosciamo lo stato di una particella, non possiamo sapere simultaneamente la sua velocità con precisione (principio di indeterminazione di Heisenberg). Questo limite fondamentale ci dice che, almeno a livello quantistico, non è possibile prevedere il comportamento di una particella in modo assoluto. Anche se il mondo macroscopico che sperimentiamo è più prevedibile, l’indeterminazione quantistica potrebbe aprire delle riflessioni sul libero arbitrio e sulla natura della causalità.
In sintesi, le nostre particelle subatomiche ci mostrano un mondo in cui la realtà non è fissa o rigida, ma piuttosto un insieme di possibilità che si manifestano in modi specifici solo in determinati contesti. Questo ci invita a ripensare molte delle nostre certezze sulla materia, sulla connessione tra le cose, e sul ruolo dell’osservatore nel creare la realtà.