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A proposito dell'articolo della "portavoce" Alessandra Maiorino

2024-10-19 20:54

Il Bradipo

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A proposito dell'articolo della "portavoce" Alessandra Maiorino

Il M5S affonda le sue radici nei movimenti dei primi anni '90, nelle istanze inascoltate del movimento No Global, che aveva previsto con notevole lung

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Il M5S affonda le sue radici nei movimenti dei primi anni '90, nelle istanze inascoltate del movimento No Global, che aveva previsto con notevole lungimiranza gli effetti devastanti di una globalizzazione selvaggia e deregolata: un inasprimento delle disuguaglianze economiche, con piccoli gruppi di super-ricchi a fronte di intere popolazioni impoverite, non solo nel Sud del mondo, ma anche all’interno dell’Occidente "ricco".

Racconta Alessandra Maiorino, parlamentare del M5S, in un articolo pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano.

Noi non ci riconosciamo in questa rappresentazione, assolutamente no; essa proviene da un’analisi parziale che dimentica le istanze e le continue richieste dei cittadini del Movimento di partecipare attivamente e contribuire fattivamente alle decisioni e ai progetti politici senza intermediatori.

Alessandra Maiorino, non so se ancora considerarla dei nostri, ha tolto il velo. Il suo articolo non descrive un progetto politico, ma ha il sapore di una confessione.

Confessa di aver dimenticato cosa sia il Movimento Cinque Stelle; temo che non lo abbia mai saputo, e con lei tanti dei nostri "onorevoli".

Le nostre radici sono profonde e affondano molto lontano, emergendo da un lago di sangue. La consapevolezza dei cittadini di autogovernarsi e gestire, senza intermediazioni, la propria vita si confrontò duramente con la realtà nella Parigi del 1870, infiammata dal crollo del Secondo Impero francese, sconfitto dall'esercito prussiano.

La Comune di Parigi fu la prima esperienza politica, di rilievo internazionale, di autogestione socialista, che governò la città dal 18 marzo al 28 maggio 1871, considerata la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea. Tra gli obiettivi principali della Comune vi erano la difesa della città, la promozione di politiche sociali a favore delle classi lavoratrici e l'organizzazione di un sistema di autogoverno basato sulla partecipazione popolare diretta. La Comune di Parigi fu brutalmente soppressa dalle forze governative francesi il 28 maggio 1871, con un bilancio che ha il sapore del massacro: tra 8.000 e 10.000 vittime, tra uomini, donne e bambini.

Certamente qualche ramo delle nostre radici arriva anche da Palermo. Alessandra non sa che forse in noi oggi scorre ancora quel sangue dei nostri antenati, che mai videro soddisfatte le loro giuste richieste. Forse portiamo ancora nei nostri geni le ingiustizie da loro subite. Forse, come un esercito disperato, sperano ancora che giustizia sia fatta e che il loro sacrificio non sia stato vano. Forse, attraverso le alchimie della vita, ci hanno trasmesso quel testimone, quella "fiammella che non si spegne", che un pittore a Parigi vide e di cui fu testimone.

Certo è che, in una "tinta mattinata", come scriveva Camilleri, il 1° settembre 1866 a Palermo, per sette giorni e mezzo, i cittadini organizzati e consapevoli governarono la città, sperimentando le stesse esperienze dei parigini, allo stesso modo poi trucidati.

Purtroppo, la Maiorino ci parla di un Movimento Cinque Stelle che somiglia a qualcosa di già visto, già fallito. I cittadini attivi sono andati avanti, forse spinti da bisogni che lei non riconosce più, e oggi pretendono di guidare un Movimento Cinque Stelle come era stato pattuito quando siamo partiti. Nel suo articolo non si parla di democrazia diretta e partecipata; quella che stanno mettendo in scena oggi è solo una farsa, ben diversa da ciò che avevamo immaginato. Noi, quello di cui parliamo, la stiamo sperimentando nella nostra "officina politica".

I cittadini del Movimento Cinque Stelle attendono un nuovo progetto, non la riproposizione di modelli vecchi e da tempo falliti.

Quando si pongono al Movimento domande scomode, come: "Cosa fareste per gli operai della Stellantis al posto del governo?", noi non ci sottraiamo né sviamo il discorso. Risponderemmo dicendo che prenderemmo a calci i padroni di Stellantis e presenteremmo loro il conto, dicendo che con noi non si ricatta, e che ai lavoratori ci pensa lo Stato, togliendo a chi ha preso troppo.