Siamo in pericolo? No, non per il presunto consolidamento delle destre (segnale evidente che la parte migliore del paese è rimasta a casa); siamo in pericolo per il deludente risultato del M5S (unica struttura politica organizzata che non ruba e non fa rubare, ma in questo paese è visto come grave difetto); siamo in pericolo perché l'onestà, in questo paese, non è apprezzata, ma vista come “imperfezione”; siamo in pericolo perché le decisioni politiche sono state cedute alle cosche politiche e criminali; il nostro paese è stato consegnato. Siamo al collasso del sistema. Come si fa ad analizzare un voto dimezzato? Chi ha veramente vinto queste elezioni? Ha vinto il paese che soffre e non riesce a uscire dal labirinto dove l'hanno cacciato? Ha vinto l'Italia che guarda, si parla addosso, non ha proposte e non riesce ad articolare soluzioni? Hanno vinto i “peggiori” perché gli altri hanno abbandonato il campo e sono vigliaccamente fuggiti. Chi è fuggito davanti alle sue responsabilità di cittadino ora ha il dovere morale di dare delle soluzioni. Non arriverà nessun chiarimento, non sentiremo voci che spiegheranno perché non hanno soluzioni, sono in realtà in attesa di qualcuno che decida per loro. La metà degli italiani ha preso delle decisioni, si è espressa; l'altra metà si rotola nel divano convinta di aver vinto, di aver portato avanti una “protesta”. Siamo alla crisi completa di un sistema che si finge democratico. Questi risultati non sono commentabili perché la risposta che è arrivata è parziale, ma se cerchiamo bene nelle macerie rimaste, si scorge un paese che è stato ceduto.
La vera sconfitta è nello scoprire, appunto tra le macerie, che il paese si è piegato, sottomesso, dopo una tentata resistenza, per cedere alla fine all'evidenza. Cedere, perché si è “lasciato” ad altri, rinunciando al possesso e al godimento dei suoi diritti.
La partita ancora è aperta e alcuni cittadini continuano la “semina”; verrà presto la stagione del raccolto; verrà il momento di riprendersi ciò che si è ceduto.