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UNA QUESTIONE ETICA E MORALE-

2025-05-22 14:33

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UNA QUESTIONE ETICA E MORALE-

È una questione marginale da archiviare nella propria memoria o un fatto che provoca indignazione? E se sì, perché?Questa è la domanda che motiva quan

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È una questione marginale da archiviare nella propria memoria o un fatto che provoca indignazione? E se sì, perché?
Questa è la domanda che motiva quanto segue.

 

Il soggetto:

Il Teatro Condominio Vittorio Gassman

Il primo Teatro Condominio si chiamava Teatro Sociale e la sua costruzione iniziò nel 1862, sostituendo la Sala Teatrale edificata in precedenza.
Nel 2006, dopo alcuni anni di chiusura, viene inaugurato il nuovo Teatro Condominio "Vittorio Gassman", alla presenza di Paola Gassman e con la straordinaria partecipazione del Premio Oscar Michael Nyman.

Oggi più che mai, il teatro è considerato dai cittadini di Gallarate il fulcro delle attività artistiche e culturali della città. Si trova in pieno centro, in via Sironi — una strada adiacente all’isola pedonale — ed è dotato di attrezzature tecniche di base.

Il fatto:

Il Teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate è recentemente finito al centro di una controversia, in seguito all’evento "Remigration Summit", tenutosi il 17 maggio 2025.
Il convegno ha riunito esponenti dell'ultradestra europea noti per le loro posizioni apertamente razziste e xenofobe, suscitando forti reazioni politiche e civili.

L’attore Alessandro Gassmann ha espresso pubblicamente la sua indignazione, chiedendo al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, di rimuovere il nome di suo padre dal teatro.
Ha ricordato che Vittorio Gassman ebbe parenti deportati e uccisi dai nazifascisti: due cugine di sua nonna, Luisa Ambron (cognome italianizzato in Ambrosi durante il fascismo), furono infatti deportate e uccise nei campi di concentramento.

La famiglia materna di Vittorio Gassman fu quindi direttamente colpita dalle persecuzioni razziali.
Luisa Ambron, ebrea pisana, rimase vedova nel 1936 con due figli a carico e visse a Roma durante gli anni più bui delle leggi razziali.
Secondo quanto raccontato da Alessandro, la nonna si salvò anche grazie alla notorietà sportiva del figlio Vittorio, all’epoca atleta della nazionale di pallacanestro, che offrì alla famiglia una parziale protezione.

Queste esperienze traumatiche lasciarono un segno profondo nella famiglia Gassmann. Vittorio, pur non essendo praticante, portò con sé per tutta la vita il peso di quel passato, che contribuì anche al suo malessere interiore negli ultimi anni.

Alessandro Gassmann ha più volte ribadito l’importanza della memoria e dell’antifascismo, anche attraverso scelte simboliche, come il ripristino della doppia “n” nel cognome, per onorare l’identità ebraica della sua famiglia e ricordare le ingiustizie subite.

Tutto questo è stato ignorato — o, peggio, sottovalutato — dal superficiale amministratore, che ha dichiarato:

“Gallarate è una città democratica con grande attenzione per la cultura. L’evento è stato organizzato da un’associazione culturale di destra che ha affittato la sala. Non rappresenta un affronto alla figura di Vittorio Gassman.”

Ma è davvero così?

Nonostante le polemiche, il teatro continua la sua attività culturale. La stagione teatrale 2024-2025 è in corso, con spettacoli programmati fino a marzo 2025, tra cui Omaggio a Morricone, Perfetti Sconosciuti e La Dolce Vita del Balletto di Milano.
Inoltre, il teatro ha recentemente ospitato eventi come Soul on Pole, un contest internazionale di pole dance, tenutosi dal 28 al 30 marzo 2025.

Eventi certamente ascrivibili alla categoria “attività culturale”.
Ma chiediamo al sindaco di Gallarate: cosa ha visto di “culturale” nel convegno "Remigration Summit", tenutosi il 17 maggio 2025?
Un vertice in cui hanno preso la parola esponenti dell’ultradestra europea, portatori di ideologie razziste e xenofobe: cosa c’è di culturale, se non il nome impropriamente attribuito all’associazione che lo ha organizzato?

Un sindaco che, durante le celebrazioni del 25 aprile 2024, ha affermato:

“Il fascismo non esiste da oltre 75 anni. Gli unici che non se ne sono fatti una ragione sono i comunisti.”
Parole accolte da fischi e disapprovazione tra i presenti. Una dichiarazione antistorica che oscilla tra menzogna e ignoranza.

Cassani ha dichiarato che la sua amministrazione “garantisce sicurezza e benessere, promuovendo la partecipazione e il rispetto delle regole democratiche”.
Ha anche affermato:

“Le buone idee non hanno un colore politico.”
Un concetto mutuato dal Movimento 5 Stelle e ripetuto senza comprenderne il senso, se per lui democrazia significa accogliere e legittimare gli eredi di ideologie che la Storia ha già bocciato e che le persone di buona volontà hanno relegato nelle cloache morali delle loro città.

Anche in merito alle ronde "anti-maranza" organizzate da cittadini, Cassani ha espresso apertura, dichiarando:

“Se qualcuno vuole dare una mano facendo ronde trasparenti, senza commettere reati, senza andare armato, senza l’intento di punire, questa è una soluzione che va bene.”

Queste posizioni, tuttavia, sollevano gravi interrogativi sulla coerenza tra parole e valori democratici.
A parole si difende la democrazia, ma nei fatti si legittimano derive pericolose.

E allora torniamo alla domanda iniziale:
È una questione marginale o un fatto che deve indignare?
Per chi ha a cuore la memoria, la giustizia e la dignità umana, la risposta è chiara.