
La filiera che rifornisce un supermercato Carrefour, anche se va premesso che Carrefour è un grande gruppo internazionale con una rete di fornitori molto ampia e diversificata, e la filiera può variare in base al tipo di prodotto (fresco, confezionato, marca propria, ecc.) e alla localizzazione geografica (Italia, Francia, ecc.). Qui presentiamo una panoramica della filiera tipica in Italia, distinguendo le principali categorie di prodotti:
1. Prodotti agricoli freschi (frutta, verdura, ortaggi)
Produttori agricoli locali o nazionali: aziende agricole, cooperative, consorzi.
Centrali di acquisto Carrefour: raccolgono i prodotti da più produttori per la distribuzione.
Centri logistici Carrefour: smistano i prodotti ai vari punti vendita.
Punti vendita Carrefour: espongono i prodotti al pubblico.
Carrefour ha progetti come "Filiera Qualità Carrefour", che promuovono rapporti diretti con i produttori locali, con impegni su prezzo equo, sostenibilità e tracciabilità.
2. Prodotti a marchio (private label: Carrefour, Carrefour Bio, Terre d’Italia, ecc.)
Produttori terzi certificati: aziende alimentari che producono secondo il capitolato Carrefour.
Controlli di qualità e certificazioni: effettuati da Carrefour e da enti terzi.
Packaging e branding Carrefour: personalizzazione del prodotto col marchio della catena.
Distribuzione attraverso la rete logistica Carrefour.
3. Prodotti industriali di grandi marchi (Barilla, Ferrero, Nestlé, ecc.)
Produttori/industrie alimentari: inviano i prodotti finiti ai centri di distribuzione.
Grossisti o piattaforme logistiche Carrefour: smistano verso i negozi.
Accordi commerciali tra Carrefour e i brand: definiscono prezzi, esposizione, promozioni.
4. Prodotti non alimentari (elettrodomestici, detersivi, vestiario)
Fornitori e importatori: in molti casi sono aziende italiane o internazionali con contratti diretti.
Magazzini centrali e piattaforme logistiche Carrefour.
Negozio: esposizione nei reparti dedicati.
Canali logistici
Carrefour utilizza sia mezzi propri sia trasportatori terzi per la logistica.
Esistono centri di distribuzione regionali e piattaforme intermedie.
Grande attenzione al controllo della catena del freddo per i freschi.
Certificazioni e controlli
Tracciabilità, sostenibilità, benessere animale, agricoltura bio e integrata sono elementi sempre più presenti nella filiera Carrefour.
È attivo un sistema di audit e controlli di qualità interni ed esterni.
Lo sfruttamento della mano d'opera. I protocolli tengono conto di questo aspetto?
Il rapporto tra Carrefour e lo sfruttamento della manodopera, in particolare nella filiera agricola e alimentare, è un tema delicato. Ufficialmente Carrefour dichiara di essere impegnata contro lo sfruttamento lavorativo, ma la realtà sul campo è più complessa. Ecco una panoramica onesta:
1. Impegni ufficiali di Carrefour
Carrefour, soprattutto in Italia, ha aderito a diversi protocolli e codici etici:
Carta Etica Carrefour: include il rispetto dei diritti umani e del lavoro.
Progetto "Filiera Qualità Carrefour": prevede tracciabilità e collaborazione con produttori locali, con criteri su ambiente, benessere animale e condizioni di lavoro.
Adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità (INPS): in teoria esclude i fornitori coinvolti nel caporalato.
Collaborazioni (in passato) con enti come Oxfam o EticLab per la valutazione dei fornitori.
2. La realtà: denunce e contraddizioni
Nonostante questi impegni, Carrefour è stata coinvolta indirettamente in casi di sfruttamento, soprattutto nella filiera ortofrutticola del Sud Italia:
Indagini giornalistiche e inchieste (Es. Report, Avvenire, Terra!) hanno mostrato che alcuni fornitori di prodotti freschi venduti nei Carrefour utilizzavano manodopera sfruttata, anche con caporalato, in Campania, Puglia, Sicilia.
Il problema riguarda soprattutto subappalti e catene lunghe, dove Carrefour acquista da consorzi o grandi aziende che a loro volta usano fornitori minori.
3. I protocolli sono sufficienti?
In teoria sì, ma nella pratica no sempre:
I protocolli sono spesso autodichiarativi o basati su audit programmati, che i fornitori riescono ad “aggirare”.
Non sempre vengono effettuati controlli a sorpresa.
La filiera è troppo lunga e frammentata: ciò rende difficile garantire il rispetto dei diritti fino all’ultimo anello.
4. Cosa potrebbe migliorare
Carrefour (come altre catene) dovrebbe:
Accorciare la filiera, con rapporti diretti e trasparenti coi piccoli produttori.
Pagare prezzi equi, in modo da evitare che i produttori ricorrano a manodopera sottopagata.
Inserire controlli terzi regolari e non annunciati.
Valutare i fornitori anche in base a indicatori sociali, non solo economici o ambientali.
Esistono documenti e inchieste che evidenziano come Carrefour Italia, nonostante gli impegni ufficiali contro lo sfruttamento lavorativo, sia stata coinvolta in casi di sfruttamento della manodopera, sia nel settore agricolo che nella logistica.
-Inchieste e denunce recenti
1. Indagine della Procura di Milano (2024)
Nel 2024, la Procura di Milano ha condotto un'indagine che ha portato al sequestro preventivo di 64 milioni di euro nei confronti di Gs-Carrefour. L'accusa riguarda l'utilizzo di false cooperative e società schermo per sottopagare il personale della logistica, evadere il fisco e non versare interamente i contributi sociali dovuti.
2. Rapporto FilieraSporca
Il rapporto FilieraSporca ha evidenziato come alcune Organizzazioni dei produttori (Op), invece di aggregare i piccoli produttori, siano diventate strumenti per accaparrarsi il mercato, aumentando l'opacità e favorendo lo sfruttamento dei lavoratori agricoli, soprattutto nel Sud Italia.
3. Inchiesta di L'Espresso
Un'inchiesta de L'Espresso ha messo in luce come il caporalato e lo sfruttamento siano parte integrante della filiera agro-alimentare italiana, con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che impone prezzi bassi ai fornitori, i quali, per rientrare nei costi, ricorrono a manodopera sottopagata e sfruttata.
Conclusioni
Nonostante gli impegni ufficiali di Carrefour Italia per garantire condizioni di lavoro etiche e sostenibili, le inchieste sopra citate evidenziano come, nella pratica, esistano ancora gravi problematiche legate allo sfruttamento della manodopera sia nella filiera agricola che nella logistica. Questi casi sottolineano la necessità di una maggiore trasparenza e controllo lungo tutta la filiera produttiva per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Ci sono stati sviluppi significativi riguardo alle inchieste su Carrefour Italia e lo sfruttamento della manodopera, in particolare nella logistica.
Inchiesta e Sequestro
Nel 2024, la Procura di Milano ha condotto un'indagine che ha portato al sequestro preventivo di 64,7 milioni di euro alla GS S.p.A., società del gruppo Carrefour Italia. L'accusa principale era l'utilizzo di cooperative e consorzi come "serbatoi di manodopera", attraverso contratti di appalto fittizi, per esternalizzare servizi di logistica, facchinaggio e trasporto. Questo sistema avrebbe comportato sfruttamento sistematico dei lavoratori e danni erariali stimati in circa 110 milioni di euro .
Prove e Documentazione
Le indagini hanno rivelato che, tra il 2018 e il 2022, GS S.p.A. ha fatto largo uso di fatture ricevute da diversi soggetti giuridici, la cui analisi ha evidenziato criticità fiscali e sfruttamento dei lavoratori. Il meccanismo fraudolento, secondo il PM Paolo Storari, era ancora in atto al momento dell'indagine, con perdite significative per l'erario e situazioni di sfruttamento lavorativo persistenti .
Risarcimento e Archiviazione
A seguito dell'indagine, GS S.p.A. ha versato oltre 60 milioni di euro a titolo di risarcimento. Questo pagamento ha portato alla revoca della richiesta di misura interdittiva della pubblicità a carico di GS e l'inchiesta è andata verso l'archiviazione, come accaduto in casi simili riguardanti altre grandi aziende del settore .Il Fatto Quotidiano
Conclusioni
Nonostante gli impegni ufficiali di Carrefour Italia per garantire condizioni di lavoro etiche e sostenibili, le inchieste sopra citate evidenziano come, nella pratica, esistano ancora gravi problematiche legate allo sfruttamento della manodopera, sia nella filiera agricola che nella logistica. Questi casi sottolineano la necessità di una maggiore trasparenza e controllo lungo tutta la filiera produttiva per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.