A) In Italia l’IVA sui libri e sull’editoria esiste, ma è ridotta rispetto ad altri beni. Ecco i principali casi:
Libri cartacei: l’IVA è al 4%, sia per narrativa che saggistica, manuali scolastici, ecc.
Ebook: anch'essi sono al 4% (dal 1° gennaio 2015, prima era al 22%) se sono considerati prodotti editoriali veri e propri (cioè non interattivi o multimediali).
Quotidiani e periodici: anche questi hanno IVA al 4%, purché registrati come pubblicazioni editoriali.
Servizi connessi all’editoria (ad es. stampa, distribuzione): spesso beneficiano di agevolazioni o regimi speciali.
L’aliquota ridotta rientra nella logica di promozione della cultura e dell’accesso all’informazione.
B) La cultura non dovrebbe essere vista come un bene di consumo qualsiasi, e molti condividono l’idea che lo Stato dovrebbe promuoverla, non tassarla.
Il regime IVA al 4% in Italia è già uno dei più bassi d’Europa, ma non è pari a zero. Alcuni paesi hanno fatto scelte ancora più nette:
Norvegia e Islanda applicano l’IVA zero su libri.
UK ha IVA zero su libri cartacei (non sugli ebook).
L'Unione Europea ha dato il via libera agli Stati membri per applicare aliquote anche pari a zero su beni culturali.
Quindi sì, è possibile eliminare del tutto l’IVA sui libri: è una scelta politica. Il problema è che lo Stato spesso guarda al bilancio, mentre investire in cultura produce benefici diffusi, anche economici, nel lungo periodo (formazione, partecipazione, democrazia).
C) PROPOSTA PER L'IVA ZERO SULLA CULTURA
La cultura non si tassa: IVA zero su libri, editoria, teatro e musica. Il sapere non è un lusso.
1.C Premessa:
In un Paese che voglia definirsi civile e democratico, la cultura deve essere un diritto accessibile a tutti, non un bene di consumo da tassare. I libri, i giornali indipendenti, il teatro, la musica dal vivo, le attività culturali e educative vanno sostenute, non ostacolate con imposte che ne alzano il costo e ne limitano la diffusione.
2.C Proposta concreta:
Applicare l'IVA allo 0% su tutti i prodotti editoriali (libri cartacei e digitali, quotidiani, riviste culturali).
3.C Estendere l’IVA zero a spettacoli teatrali, concerti, laboratori culturali, cinema d’autore e tutte le attività con finalità educativa e culturale.
4.C Incentivare la produzione culturale indipendente con fondi pubblici, crediti d’imposta e accesso facilitato agli spazi pubblici.
5.C Come finanziarla?
Raddoppiando l’IVA su beni di lusso, come yacht, jet privati, orologi da collezione, SUV extralusso.
Tassando le armi militari e le attività legate all'industria bellica.
Applicando una tassazione speciale sulla caccia e sugli accessori venatori, in quanto attività non essenziale e in contrasto con la tutela ambientale.
Perché è giusto:
La cultura forma cittadini consapevoli, stimola il pensiero critico e costruisce comunità solidali.
Ogni euro investito in cultura genera ricadute positive su educazione, salute mentale, occupazione e coesione sociale.
Tassare la cultura è come mettere il biglietto d’ingresso alla democrazia.