a) Preambolo al regolamento dei gruppi Territoriali;
b) Cittadinanza Attiva;
c) Confronto e partecipazione;
Le regole non ci mancano, ma se esse vengono disattese continuamente e in modo palese a che servono?
La nostra proposta è solo una: rispettiamo e attuiamo le regole che ci siamo dati.
A) La Carta dei Principi e dei Valori di cui all’art. 2 dello Statuto del
Movimento 5 Stelle, nella sezione “ Finalità” alla lett. a) stabilisce che:
“L’Associazione garantisce il più ampio spazio di confronto democratico e le più intense modalità di scambio di idee, di opinioni e di valutazioni tra i propri Iscritti. L’Associazione si propone, inoltre, di mantenere un dialogo costante con la società civile e con gruppi, associazioni, organismi variamente rappresentativi, anche non Iscritti all’Associazione stessa, in modo da sollecitare l’elaborazione e la raccolta di idee, progetti, suggerimenti, utili ad arricchire le proprie iniziative politiche, sociali e culturali e a migliorare la società e le condizioni di vita dei cittadini”, che alla successiva lett. b) riconosce agli Iscritti “(…) un effettivo ruolo di indirizzo e determinazione delle scelte fondamentali per l’attività politica dell’Associazione” e che alla successiva lettera d) prevede: “Il MoVimento 5 Stelle promuove, attraverso idonee piattaforme internet o altre modalità, eventualmente anche non telematiche, il coinvolgimento dei propri Iscritti nel processo di individuazione di quanti provvederanno a diffondere e a realizzare le idee, i progetti e le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica dell’Associazione”.
B) “CITTADINANZA ATTIVA. La politica non si pratica soltanto nelle sedi delle istituzioni e delle formazioni politiche, ma ovunque i cittadini si ritrovino per esercitare consapevolmente i propri diritti e si confrontino per elaborare proposte e assumere decisioni riguardanti la vita collettiva della comunità di appartenenza. In questa prospettiva diventa essenziale sollecitare e sostenere le iniziative di cittadinanza attiva, vale a dire le pratiche di “attivismo civico” mirate a rendere effettivi i diritti esistenti o a promuovere il riconoscimento di nuovi diritti, favorendo l’inclusione sociale di tutti i cittadini.”
C) L’Associazione garantisce il più ampio spazio di confronto democratico e le più intense modalità di scambio di idee, di opinioni e di valutazioni tra i propri Iscritti. L’Associazione si propone, inoltre, di mantenere un dialogo costante con la società civile e con gruppi, associazioni, organismi variamente rappresentativi, anche non iscritti all’Associazione stessa, in modo da sollecitare l’elaborazione e la raccolta di idee, progetti, suggerimenti, utili ad arricchire le proprie iniziative politiche, sociali e culturali e a migliorare la società e le condizioni di vita dei cittadini.
La questione non riguarda le regole, ma la loro attuazione.
Ci stiamo provando da diversi mesi, ma siamo stati insultati, boicottati e ostacolati, a tutti i livelli, da attivisti e portavoce.
Concordiamo che ogni azione e progetto debba essere coordinato e condiviso con gli altri, ma quando gli “altri” si nascondono, si negano, non collaborano o ti insultano, cosa si fa? Noi andiamo avanti con il nostro progetto e i nostri programmi. Nel 2009, abbiamo fatto un patto con i cittadini e non intendiamo tradirlo.
Un ultimo punto da analizzare si trova tra le righe dei doveri dei portavoce eletti. Perché li chiamiamo “portavoce” e non “rappresentanti”? Qual è il patto? Essi sono coloro che raccolgono le idee, le intenzioni e i bisogni dei cittadini attraverso “un ampio spazio di confronto democratico e le più intense modalità di scambio di idee, di opinioni e di valutazioni...”. Quando mai è avvenuto tutto questo? Tutto si è trasformato in un continuo comunicato stampa che ci teneva informati sulle loro azioni politiche e amministrative.
Non abbiamo proposte da cambiare, ma intenzioni da mantenere.
Riguardo al famigerato argomento della “regola dei due mandati”, ritengo già un suicidio il solo fatto di metterla in discussione.
Su questa questione, siamo più che “ortodossi”: non possiamo tagliare il ramo su cui siamo seduti.