“Se siamo nel giusto, chi oserà opporsi a noi?”
“Libellus ... de optimo reipublicae statu deque nova Insula Utopia” di Thomas More
Il concetto di utopia è complesso e ha assunto significati diversi a seconda del contesto storico e culturale. Originariamente, il termine fu coniato da Tommaso Moro nel 1516 con la sua opera "Utopia", in cui descriveva una società ideale situata su un'isola immaginaria. In questo contesto, la parola "utopia" nasce dalla fusione dei termini greci "ou" (non) e "topos" (luogo), quindi "luogo che non esiste". Da allora, il termine è stato utilizzato in diverse accezioni, spesso con un doppio significato:
Modello astratto e irrealizzabile: Utopia viene intesa come una visione idealizzata di una società perfetta, politicamente, socialmente o religiosamente, che però non può essere realizzata nella realtà. In questo senso, l'utopia è vista come un progetto irraggiungibile o addirittura ingenuo, un sogno che non trova corrispondenza con il mondo concreto. Questo utilizzo del termine sottolinea l'aspetto irrealistico o irrealizzabile della proposta utopica.
Forza critica e orientamento al rinnovamento sociale: In un'accezione più positiva, l'utopia viene considerata una critica delle condizioni sociali esistenti, capace di proporre una visione alternativa e desiderabile per il futuro. Qui, l'utopia non è vista come irrealizzabile, ma come uno strumento di riflessione che permette di immaginare nuove possibilità di organizzazione sociale e politica, contrastando le limitazioni dell'ideologia dominante. L'utopia, quindi, si contrappone all'ideologia, che spesso mira a conservare lo status quo, fornendo una spinta verso il cambiamento e il progresso.
Estensione del termine
In senso più ampio, l'utopia può essere utilizzata per riferirsi a qualsiasi ideale, speranza o progetto che appare impossibile da attuare, ma che viene proposto come un obiettivo a cui tendere. È l'aspirazione a una condizione migliore, anche quando sembra distante o impraticabile, e in questo senso può servire come ispirazione per movimenti di trasformazione o riforma.
In sostanza, l'utopia, pur essendo spesso considerata irrealizzabile, ha un valore fondamentale come stimolo per l'immaginazione e come strumento di critica, capace di orientare nuove forme di pensiero e di azione verso un rinnovamento sociale.
La nostra utopia si riflette nel pensiero e nell'azione che ci guidano verso il superamento della democrazia diretta e partecipativa, portandoci a progettare una possibile oclocrazia.
Non siamo più interessati alla ricerca del consenso per conquistare il potere, ma siamo più propensi a progettare insieme ai cittadini, sempre più preparati ed emancipati, un paese libero dal ricatto della supremazia dell'economia sulla cultura. Siamo convinti che solo attraverso la conquista di un reddito universale, che ci sottragga al ricatto del lavoro, possiamo costruire il “governo di tutti”.