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Pietra d'inciampo in ricordo di Giovanni Giuseppe Pecchi

2024-03-22 19:55

Associazione ACAIM

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Pietra d'inciampo in ricordo di Giovanni Giuseppe Pecchi

Mi dimenticare POSA EFFETTUATA DELLA PIETRA D INCIAMPO DEDICATA A GIOVANNI GIUSEPPE PECCHI A CHIGNOLO PO VIA XXV APRILECat. POLITICH matricola 21727 I

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Mi dimenticare

 

POSA EFFETTUATA DELLA PIETRA D INCIAMPO DEDICATA A GIOVANNI GIUSEPPE PECCHI A CHIGNOLO PO VIA XXV APRILE

Cat. POLITICH matricola 21727

 

Io sono operaio

non sono soldato

Nelle mie unghie

vi è sporcizia di fatica

non vi è sangue secco

e neanche polvere da sparo

Nei miei occhi

c'è la precisione di un lavoro ben fatto

non c'è il mirino che centra un uomo

Siamo cose diverse

fratello,

se vuoi esserlo

Tu difendi uomini indifendibili

Io difendo gli indifesi

Nessuno mi ha arruolato

Nessuno mi ha scelto

sono la mia coscienza

in carne ed ossa

senza ombra di dubbio

E con la sicurezza di una roccia

che resiste alle intemperie

io resisto a te

automa da guerra

Resisto alla schiavitù delle vostre imposizioni

Resisto al male che vi da sicurezza

e dico addio alla vita

se necessario

con onore

sapendo che tutti vedranno

il bene di che pasta è fatto

Io sono operaio

ti ripeto

umile e servile

solo per la libertà

e per la verità.

Ugo Spazio

 

E NOTE STORICHE CI DICONO

 

Giovanni Giuseppe Pecchi, di Enrico e Martina Moro, nato a Chignolo Po il 30 ottobre 1926, morto a Dresden (sottocampo di Flossenbürg).

Di professione operaio, si sottrae ai bandi di reclutamento della Repubblica Sociale Italiana. Secondo le notizie contenute nella cartella personale della polizia viene arrestato il 27 luglio 1944 a Belgioioso mentre cerca di convincere alcuni alpini della Divisione Monterosa a passare nelle formazioni partigiane dell'Oltrepò. Condotto alle carceri giudiziarie di Genova, dove viene torturato, è successivamente trasferito al carcere di San Vittore di Milano. Assegnato al campo di Bolzano il 17 agosto1944 , matr. 3073. Da qui, il 5 settembre 1944 viene deportato al campo di Flossenbürg, dove arriva il 7 e gli viene assegnato il n. di matricola n. 21727,

cat. “Politich” (trasp. 81), trasferito successivamente al campo di Dresden.

DA QUESTE NOTE Dalle’evoluzioni degli eventi e dai riscontri descritti dagli archivi storici, possiamo certamente dire che GIOVANNI PECCHI NON ERA CERTO UN INDIFFERENTE ma un combattente attivo da poter chiedere per lui il titolo ed il riconoscimento di Partigiano Militante!! Fissata questa certezza e passando da una certezza ad una domanda dobbiamo certamente chiederci quale radicata convinzione si era materializzata in lui e quale forza si era evoluta in lui a sole 17 anni , semplice operaio, PER DECIDERE SENZA TITUBANZA DI SOTTRARSI AL RECLUTAMENTO DEI REPUBLICHINI della republica di Salò,

ED ADDIRITTURA IN PIU.'CERCARE DI CONVINCERE DEI MILITARI A DISERTARE PER UNIRSI AI PARTIGIANI DELL OLTREPO PAVESE PER ENTRARE NELLE FORMAZIONI DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE

DA QUESTA DOMANDA NASCE UN'ALTRA CERTEZZA GIOVANNI NON AVEVA AMBIGUITA' O INCERTEZZE E AVEVA SCELTO DA CHE PARTE STARE …..COSA AVEVA DETRMINATO IN LUI QUESTA DECISA SCELTA NON LO SAPPIAMO….(non ci ha lasciato documenti scritti)

Ci chiediamo ; UN INGIUSTIZIA subita ?

UN SOPRUSO RICEVUTO DA QUALCHE BULLO COL FETZ?

AVEVA ASSISTITO A SEVIZIE O TORTURE DI MODA ALLORA DA PARTE DELLE CAMICIE NERE ad altri ?

AVEVA MATURATO UN IDEALE POLITICO BEN PRECISO CONTRO L’ARROGANZA E LA VIOLENZA FASCISTA non lo sappiamo

SICURAMENTE AVEVA SCELTO DI STARE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA , CON CHI LOTTAVA PER la GIUSTIZIA E PER LA LIBERTA’

GIOVANNI E' VIVO IN NOI PERCHE' IN NOI ARDE LA SUA STESSA FEDE ANTIFASCISTA!!!

W L ITALIA ANTIFASCISTA W GIOVANNI PECCHI W LA COSTITUZIONE ITALIANA

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